Conversazione in ufficio con il collega di 23 anni:
Lui: “Dovresti vedere la collezione di LCD che mi ha dato un mio amico”
Io: “…”
L: “Sì, lui ne ha un sacco, non li ascolta neanche più così me li ha passati”
I: “Scusa, ma… collezione di cosa?”
L: “Di LCD… com’è che si chiamano quei cosi vecchi… i vinile?”
I: “…ellepi…”
L: “Ecco, sì, LP”
Sissio, pensa che mia nipote di dieci anni non ha mai visto il negativo di una fotografia, solo digitale.
Pensa che mio figlio ha sempre visto l’Inter vincere sempre il campionato 🙂 E ho detto tutto…
Un individuo, nel momento in cui pensa “LCD” dovrebbe istantaneamente chiedersi cosa vuol dire; ma se gli è uscito dalla bocca intendendo cose che nulla hanno a che vedere con gli schermi televisivi, significa che ha saltato allegramente questa semplice ma fondamentale analisi.
A seguito di questa grave colpa del collega, la sentenza finale non può che essere di feroce condanna da estendere a tutto il mondo che gli gravita intorno: retrocessione nella carriera lavorativa (chissà quante altre cazzate dirà in una giornata!); nella vita personale (non merita un amico che gli presta una collezione di preziosi LP (…anche se è umanamente impossibile che un collezionista dia la propria collezione a chiunque!)
A “morte” i pressapochisti e coloro che usano le parole senza conoscerne il significato!
Senza pietà