E anche quest’anno pare che possiamo accantonare la pratica Sanremo. Non che io l’abbia frequentato molto, ho semplicemente fatto cose che mi interessavano di più. Infatti, fino a questo momento, i miei contatti con il festival di quest’anno sono stati:
– la canzone degli Afterhours sentita giovedì in radio mentre tornavo dal lavoro (che ho intuito essere quella e che non è che mi abbia poi entusiasmato);
– i primi 5-6 minuti dell’esibizione di Benigni visti ieri sera sul sito della Rai (che mi hanno lasciato con una strana sensazione di dejà-vu);
– la canzone di Nicky Niccolai ascoltata stamattina sempre sul sito della Rai, per la curiosità data dal testo scritto da Jovanotti (non so se la metterei nel mio iPod, ma mi è sembrata una cosa abbastanza vicina alle cose che cantava Mina, e lo intendo come un complimento);
– i circa 30 secondi dell’apparizione sul palco di Laura Perego tigrata e quasi nuda (i giornali l’hanno descritta come “nuda” perchè così si arrapa il lettore e si attira l’attenzione, ma la ragazza era perizomata ancorchè body-paintata), recuperati in rete dopo che la Rai aveva solertemente fatto subito rimuovere il video da YouTube per violazione di copyright (senza peraltro caricare il video sul suo sito, perchè alla Rai le donne quasi nude le fanno vedere solo quando vogliono loro). Io l’ho trovato qui: ormai credo che anche questo sarà off-line, ma se riuscite a vederlo apprezzerete la tragicomicità di tre energumeni bodyguard che estirpano una ragazza di dimensioni normali dal Teatro Ariston usando maniere che si intuisce non essere state gentili. In TV, ovviamente non si è visto nulla (gli italiani vanno protetti da queste cose), ma dal tono preoccupato e lievemente disapprovante con cui Bonolis si rivolgeva ai succitati energumeni per pregarli di fare piano, mentre Hefner la buttava sul ridere, si intuiva che il trattamento riservato alla ragazza non era proprio di riguardo.
Alla fine hanno trionfato i tre brani che, alla vigilia, i giornalisti avevano accreditato delle stroncature peggiori e dei voti più bassi nelle pagelle (ricordo un 4 al vincitore, pari trattamento a Da Vinci e un comico 3 a Povia). E, di contro, i brano da loro più apprezzati, sono gli stessi ad essere stati esclusi per primi dalla gara. Tutto come da copione, e facciamoci una gran risata. Forse semplicemente i giornali e il festival, con il suo televoto popolare, non si rivolgono allo stesso target.