14 (quattordici) giorni di fila dedicati solo alla famiglia (per la verità sono stati 13 e mezzo, la mattina della vigilia di Natale ero al lavoro) sono stati una ricarica di energia ed un ricostituente per lo spirito ed il morale ancora più forte di quanto potessi immaginare.
14 (quattordici) giorni in cui ho giocato tanto – ma veramente tanto – con Andrea: con la pista (sì, Babbo Natale ha portato la pista, e basta con le facili ironie del tipo “Ma a chi l’ha portata la pista, ad Andrea o al papà?”), con la Wii, con le carte da Uno – la sua vera ossessione del momento, con la neve, con il Monopolino, con la mamma, con qualsiasi altra cosa capitasse a tiro. Ho visto tanti cartoni (Kung Fu Panda è stre-pi-to-so), ho sudato sette camicie per estrarre giocattoli da imballaggi studiati da ingegneri sadici, ho mangiato… ehm… abbastanza, come tutti. E non molto computer, giusto il necessario per non perdere il contatto con il mondo e con i playoff NFL: infatti il blog, dopo gli auguri di Natale, se ne è andato tranquillo tranquillo in vacanza. E, incredibile ma vero, sono perfino riuscito a passare uno splendido pomeriggio in spa con la mia signora (per la cronaca, qui).
Ho avuto tempo per stare tranquillo, per pensare a tante cose: a mio papà (e alla mamma), ai miei hobbies, alla casa e alle scartoffie della casa, a mia moglie, a come sta andando la mia vita, a quello che vorrei fare e che vorrei avere e a quello che ho. E, alla fine, non riesco a ricordare molte vacanze che mi abbiano lasciato più soddisfatto di questa. Forse il viaggio di nozze, ma quella era un’altra storia…
Un grazie a tutti gli uomini che parlano come hai parlato tu.
Alla fine delle mie vacanze natalizie mi sono sentita dire: “Queste vacanze passate a casa con te sono state proprio belle”… è stato il regalo di Natale più bello che potessi ricevere