Ore 18.50, uscita dal lavoro, dopo una giornatina intensa.
Il semaforo appena fuori dal palazzo dell’ufficio è rosso come al solito, visto che l’ingresso alla sede dell’azienda è su una strada secondaria. Dopo poco, diventa rosso sulla statale. Durante i brevi attimi di “tolleranza”, nei quali il semaforo rimane rosso su tutte e quattro le direzioni – presumo per sicurezza, dalla strada di fronte a me si muove una macchina di grossa cilindrata che esce tranquilla col rosso, e mi passa a fianco. Al volante, impassibile, il classico personaggio di queste zone, mezza età, maglioncino, occhiale scuro, la faccia di quello che ha lavorato, ha fatto i soldi e se tutto ciò si vede, meglio.
E, in sottofondo, alla radio, il caso vuole che stiano passando questi versi:
“Sono intorno a me
ma non parlano con me,
sono come me
ma si sentono meglio”.
Dopo 2 (due) secondi, scatta il verde. Parto e me ne vado a casa.