Era ancora a gennaio, il pastrocchio Alitalia era nelle sue fasi decisive ed io avevo pubblicato qualcosa qui nel blog, ripromettendomi di non parlarne più.
Nel frattempo la farsa si è conclusa e, in effetti, nessuno di Alitalia parla più. E invece a quanto pare bisognerebbe proprio parlarne, perchè sembra che le cose stiano andando parecchio male.
Questo reportage da L’espresso – dall’eloquente titolo di Bluff Alitalia – è esaustivo, circostanziato ed illuminante. È un po’ lunghetto, ma va letto. Tanto per antipasto, copincollo l’occhiello iniziale:
“Guasti non riparati. Disservizi. Ritardi. Voli dirottati sulle società minori. E una sorpresa: la fusione con AirOne non si farà. Il difficile esordio della nuova compagnia di bandiera. Costata ai contribuenti più di 3 miliardi.”
…più un breve passaggio iniziale con un concetto chiave che oggi sembra perso nel passato remoto, nessuno sembra volerlo più rammentare…
“Già abbiamo speso una fortuna grazie all’idea di Silvio Berlusconi di impedire la vendita di Alitalia ad Air France e di cederla alla cordata di imprenditori patrioti sponsorizzati da Banca Intesa. Tre miliardi e 300 milioni rimasti sul groppone dello Stato, più i costi della cassa integrazione per anni e le conseguenze del monopolio. Un impegno per tutti noi che, come confronto, si avvicina a quanto in vent’anni l’Italia dovrà versare alla Libia come risarcimento dei danni di guerra.”
Roba da matti. 🙁