Ci sono certe canzoni che mi suscitano un istinto particolare, come stasera, quando da Fiorello ho risentito la bellissima Quella carezza della sera: quello di tirare fuori dalla custodia la chitarra e mettermi a suonare. Il che sarebbe un po’ doloroso, visto che non suono quasi più ed i calli sulle punte delle dita – fedeli compagni di ogni chitarrista – se ne sono andati. Ma agli istinti non si comanda.
Stasera magari no (vista l’ora ed il fatto che Andrea si stava per addormentare) ma a volte lo faccio, piglio la mia cara vecchia 12 corde e mi metto a strimpellare un po’. Giusto un pochino, fino a che le punte delle dita – secondo il principio appena enunciato – non iniziano a fare male, e tocca smettere. Ma non prima di essermi ripromesso fra me e me, come ogni volta, ‘ok, dai, ma adesso ricominciamo a suonare un po di più’. Cosa che puntualmente non si avvera mai, almeno fino al successivo ascolto della canzone “giusta”; e lì, il giro ricomincia.
È proprio vero che non ho più 20 anni. Se così fosse, suonerei ancora coi Freeway:
Eh gia’… quello dei calli scomparsi e’ un grosso problema per gli ex chitarristi. Quasi quanto quello del callo al labbro scomparso per gli ex sassofonisti 😉
i “Freeway”?!?!?!
Questa mi è proprio nuova!
…non ti sei fatto mancare niente, eh! 😉
Uhm… diciamo che contando i classici “sesso, droga e rock’n’roll” sto a uno e mezzo. 😛
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