14 luglio 1984, sabato, ore 8.15. Il candidato Rizzotto Mauro si presenta (puntuale) davanti alla commissione esaminatrice per sostenere il colloquio orale del suo esame di maturità all’Istituto Tecnico Commerciale Luigi Einaudi di Montebelluna.
Il candidato (oltre ad aver sputato sangue sui libri, dribblando il caldo e gli amici e concedendosi solo brevi pause su Videomusic) aveva elaborato un piano tattico: come materia aveva chiesto Scienza delle Finanze. Nessun’altro dei suoi compagni aveva osato tanto. Tutti si erano riversati sulle più sicure Italiano e Tecnica; del resto, Scienza delle Finanze (per tutti, Finanze) era un salto nel buio, dopo un anno intero in cui il professore non spiegava, interrogava solo chi usciva e tutti si facevano tranquillamente gli affari propri in classe durante le ore della materia. Ma il candidato aveva un piano.
“Italiano… no, proprio no. Finchè c’è da scrivere va bene, ma la letteratura è un malloppo enorme e ti possono sorprendere dove vogliono. Tecnica… uhm… forse, ma anche no. Se invece io porto Finanze in fin dei conti ho il programma di un anno da studiare: dovrò farlo comunque da zero ma solo un anno, è meno roba di italiano e tecnica. E poi così sono l’unico che la porta, verranno mica a rompermi le balle a me cambiandomi la seconda materia? Così seppellisco italiano e tecnica e mi concentro solo su due materie”. Questo, virgola più, virgola meno, era l’astuto ragionamento del candidato. Che, per soprannumero, voleva come seconda materia Inglese, unico con altri due compagni su un totale di 31 candidati. Comunque, alla fine le materie non gli erano state cambiate e il candidato aveva potuto presentarsi all’esame tranquillo e sereno. Beh insomma… tranquillo… nei limiti in cui un ansioso cronico può essere tranquillo.
Tutto però va come previsto. L’interrogazione di Finanze e quella di Inglese scorrono lisce e, dopo appena 25 minuti, alle 8.40 il candidato esce trionfante. I compagni, accorsi in massa ad assistere al suo esame trattandosi del primo candidato della classe a fare l’orale (in verità la compagna Ravanello sarebbe stata la prima ma, essendo in coda ai privatisti, aveva fatto l’esame il giorno prima; così i compagni avevano dirottato le loro attenzioni sul più comodo sabato mattina), gli fanno i complimenti. Il solerte cronista della Tribuna di Treviso lo intervista per l’articolo di rito sulla maturità. Il sole splende e il candidato si gode il suo momento di gloria. I cellulari non esistono ancora, quindi per telefonare a casa e comunicare l’esito deve affidarsi all’apparecchio grigio con disco rotondo (e lucchetto a bloccare lo zero) che c’è in segreteria. Dall’altro capo della cornetta arrivano le felicitazioni e le urla di felicità della famiglia in ansia a casa. Ma bisogna partire per il campeggio: il fatto che sia stata estratta la lettera R e che quindi gli orali fossero iniziati da lui ha comportato che il candidato (ormai quasi ex-) può partire il giorno stesso per Sappada; se il caso avesse fatto estrarre un’altra lettera il suo orale sarebbe stato un altro giorno e, forse, avrebbe dovuto rinunciare alla desiderata vacanza in montagna.
Così no, si va. L’ex-candidato saluta i compagni tuttora candidati e va a casa. Pranza, si cambia, prende i bagagli e sale in macchina. Dopo tre ore e mezza di strada e di curve (blah…) arriva in campeggio. Saluta tutti e va verso la sua tenda. Entra, posa la borsa e la chitarra ed esce. E lì vede una ragazza con i capelli lunghi e lisci e le fossette sulle guance che esce dalla sua tenda, lo vede, lo guarda e gli fa un sorriso così bello come lui non ne ha mai visti così, verso le 16-16.30-17-boh di un sabato 14 luglio 1984 come tanti. E… bum!
Non sa ancora che QUELLO è il momento di quella splendida giornata di sole che avrebbe cambiato la sua vita per sempre; non quello del mattino, come pensava. Ma questa, sul serio, è un’altra storia…
“And that’s the story of how I met your mother?” 🙂 Tu ci hai messo un post, no enne stagioni 🙂
Se avessi avuto anch’io contratti pubblicitari per nove stagioni sarei stato più prolisso… 🙂